Caro Mark,
è un piacere per me vedere come negli anni Rio Terà dei Penseri sia stata caratterizzata dalle relazioni: relazioni tra persone, tra motivazioni, tra i sogni e le volontà di tutti coloro che hanno partecipato ai vari progetti che abbiamo promosso.
Anche al centro delle azioni stesse della Cooperativa c’è una relazione: la relazione fondamentale tra dentro e fuori le mura del carcere. Con i nostri progetti e attraverso il lavoro, le uscite pubbliche, la vendita dei prodotti e il contatto con la città di Venezia, abbiamo voluto creare una breccia nel muro che divide il carcere dalla città e dal mondo libero, e abbiamo cercato di far crescere tra le persone un sentimento di fiducia che andasse in senso opposto al comune pregiudizio nei confronti delle persone che stanno in carcere.
La scelta di Rio Terà dei Pensieri è stata quella di puntare sul lavoro manuale e artigianale e sulla produzione di veri e propri “oggetti ambasciatori” che racchiudono e testimoniano la storia e l’esperienza di chi li ha lavorati, la voglia di riscatto e di futuro, diventando perciò simbolo di quegli aspetti positivi che l’esperienza della detenzione può dare, che possono rivelarsi un valore anche per l’intera società.
Negli anni abbiamo imparato a condividere la nostra esperienza, a misurarci e a in uenzarci a vicenda. Oggi grazie all’incontro con te, Mark, siamo di fronte a un’altra nuova opportunità, all’apertura di nuovi orizzonti, di reti e relazioni che guardando al futuro saranno capaci di rilanciare i nostri progetti e di fare innovazione sociale.
Grazie!